di Davide Perego
Tira un’aria malsana nei viali della Challenge League. Dopo
anni di esperimenti, il torneo cadetto sembra perdere progressivamente fascino
ed interesse. Non sono soltanto le cifre a dimostrarlo. Ci sono sensori in
continuo funzionamento che rilevano un eccesso di preoccupazione e di timore
per l’immediato futuro. Le redini sembrano scivolare dalle mani dei proprietari
del gioco. Eppure, nonostante le difficoltà che il mondo del calcio non sembra
in grado di sopportare, la stagione da poco conclusa ha regalato spunti di
notevole interesse e lanciato giovani di belle speranze. Uno “spettacolo” però per pochi intimi. E qui sta il punto. Lo zoccolo duro di appassionati è in chiaro calo soprattutto in
Canton Ticino dove inizierà tra qualche settimana un torneo anomalo senza squadre (dichiaratamente) ambiziose. Non succedeva da parecchio tempo. La (triste) fine del Bellinzona,
l’ennesimo progetto Lugano cestinato a stagione in corso, il torneo da fanalino del Locarno e
poi il primo torneo di 1L Promozione senza una rappresentante ticinese, la
retrocessione dei Biaschesi in 2 Lega ed i campionati sostanzialmente “normali
di Mendrisio-Stabio e Team Ticino U21. Il Ticino calcistico sembra in ginocchio
e senza un progetto in grado di tenere il passo con quelli delle concorrenti
d’oltre Gottardo, a loro modo più professionali e sfacciate.
Cercando di restare seri e senza scadere nella banalità è
chiaro a tutti come solo una società sia stata in grado di confezionare
un’altra stagione al di sopra delle attese. Inserita da tutti per il terzo anno
consecutivo tra le probabili candidate alla retrocessione, il FC Chiasso (la
squadra più “cattiva” del 2012-2013) ha invece saputo tenere alta la testa per
tutto il torneo. La fuga di Livio Bordoli è stata sorprendente quanto
accompagnata da motivazioni contraddittorie. Lui, un gladiatore, che lascia per
via delle troppe incognite che accompagneranno la costruzione della rosa.
Proprio quelle incognite con cui società e tifosi sono abituati a confrontarsi
da sempre in una realtà che non offre troppe alternative. Già. Una realtà anche poco furba nel saper vendere un'immagine che invece meriterebbe amplificazione. In termini di marketing e di promozione sul territorio di un marchio che potrebbe essere "venduto" meglio. Prendiamoci il tempo
che serve per giudicare il nuovo tecnico Ernestino Ramella: che parli il meno possibile, perché come sempre registriamo ed archiviamo tutto. Il biglietto da visita non
è esaltante anche perché ci siamo offesi tutti quando – accostato al Bellinzona
nel periodo in cui la società di Giulini scelse infine Gabriele – il tecnico
varesino si lasciò scappare che la Challenge
League valeva un campionato dilettantistico italiano. Ramella
– oggi – ha corretto il tiro sostenendo che l’Italia sia andata indietro e che la Svizzera sia cresciuta.
Un tentativo estremo di rimediare ad una frase buttata là senza troppo pensarci
su. Una frase professionalmente insensata. Ci sarà occasione immediata per un confronto con la realtà di un torneo che
partirà con un insieme di incognite superiori a quante tradizionalmente sulla
bilancia.
Prima di tutte quella del Servette FC. A Ginevra si partirà con i chiari
ed indiscutibili favori del pronostico. La retrocessione è stata dura da
accettare soprattutto perché si è fatto molto per distruggere e poco per
saldare. Il primo mattone per la ricostruzione lo ha messo Sebastien Fournier
accettando di restare fedele al club anche in Challenge League. Fra i 13 che
sin qui se ne sono andati o sono stati scaricati spiace soggettivamente per i
soli Eudis e Vitkieviez. Tra coloro rientrati nel nuovo progetto è bello
leggere il nome di Didier Crettenand, ragazzo di talento, per nulla fortunato in
quei passaggi fondamentali di una carriera che avrebbe potuto regalargli
soddisfazioni migliori di quelle ottenute. Lo abbiamo già scritto: Didier è un
ottimo giocatore e lo ha saputo dimostrare quando gli è stato concesso di
lavorare con serenità. Certo è troppo poco per poter costruire una promozione,
ma è un primo passo giusto e condivisibile nel particolare momento del
giocatore e della sua nuova squadra.
Come sempre i botti estivi sono quelli del
FC Vaduz. A girarsi fino a farsi venire il torcicollo sarebbe bello stilare una
lista di fallimentari acquisti delle ultime stagioni. Oggi come ieri si
continua a staccare assegni pesanti. Eccoli serviti nell’ordine ai vari Neumayr, Pak,
Pergl, Schuerpf, Sutter e Von Niederhausern. Il ritorno di Jehle dopo
l’infortunio ed il prestito a Lucerna contribuisce a dare sostanza al reparto
difensivo oggetto di forti critiche per tutta la scorsa stagione. E non è
finita. Il club del Principato ha infatti in serbo altre sorprese. Diventa difficile
cercare una squadra in grado di guastare la festa delle due favorite anche se
estromettere il Winterthur da un posto sul podio sembra difficile. Come sempre
c’è chi continua a cambiare tutto e chi cambia poco o nulla. In tema, Boro
Kuzmanovic non è mai sembrato uno molto sensibile nel far crescere il commercio
di giocatori. Si tiene volentieri i suoi paladini, aggiunge un paio di
soluzioni e continua a credere che prima o poi riuscirà a fare il botto. Ci
crede lui e ci crede soprattutto la società. Ci crede il pubblico della
Schutzenwiese sempre fedele e numeroso.
Le altre giocheranno probabilmente un
torneo da comparse più o meno in grado di togliersi qualche soddisfazione.
Chiasso, Wil e Lugano sembrano (per ora) attrezzate per stare nella metà di classifica
che sta alla sinistra degli schermi televisivi. Il Wil tornerà al Bergholz e si
è tenuto stretto Axel Thoma fresco di rinnovo. Non dovrebbero esserci troppe
diversità rispetto alla squadra che ha giocato la seconda parte di campionato
anche se a giochi fatti il club sangallese è sempre uno dei più bravi a pescare
nel mazzo dei giocatori rimasti a bocca asciutta e senza una squadra. Per ora è uscito il nome di Anthony Favre che dovrebbe diventare il numero uno in attesa della maturazione di Waldvogel e del ritorno di Zotti dall'infortunio. Per il resto bisognerà attendere la metà di agosto. A Lugano si partirà probabilmente
senza le ambizioni del recente passato anche se sarebbe stato bello che la società avesse presentato
un progetto che per ora non c'è. Piacque molto quello dello scorso anno con Davide Morandi, ucciso
in breve tempo dalla totale assenza di pazienza e mancanza di sensibilità.
Qualità negative che hanno infine portato alla (auto) distruzione con Raimondo
Ponte: uomo che in una sola stagione si è bruciato le simpatie di un intero
cantone tramutandole in insulti di piazza.
Bienne e Wohlen stanno cambiando moltissimo. I
seelander giocheranno con il nuovo allenatore Hans-Peter Zaugg al posto di Philipp Perret. Eredità
complessa per il tecnico. Eredità molto simile e proporzionalmente non tanto
diversa di quella che Guardiola si è messo sulle spalle a Monaco. Al peso per
la partenza del tecnico della rinascita hanno fatto seguito le difficoltà di
rimpiazzare i vari Coly, Doudin, Walthert, Galli, Germann…giocatori che hanno
sposato progetti diversi. A Wohlen cambia nuovamente molto: anzi tutto. I
titolari che se ne sono andati o non sono stati riconfermati sono ben dieci.
Considerando che Proietti (il portiere titolare) era già stato messo fuori rosa
molti mesi fa. A volte si dice che sia meglio cambiare l’allenatore. Alla
Niedermatten David Sesa è l’unico riconfermato.A parte Joao
Paiva e Mario Buhler il resto sono nomi nuovi per il campionato svizzero e conseguentemente
tutti da scoprire.
Locarno, lo abbiamo già scritto, riparte da Stefano Maccoppi e dal
motivo di orgoglio scaturito dall’ennesimo trionfo nella classifica del Trofeo
U21. In poche battute giusto ricordare che la società del Presidente Gilardi ha
schierato un numero di giocatori sotto i 21 anni che complessivamente hanno
giocato più del doppio dei minuti della seconda in questa particolare
classifica, l’Aarau. Nuovamente squadra materasso o piacevole sorpresa dipenderà dalle possibilità di agire sul mercato (dei giovani) con un po' più di fortuna rispetto alla passata stagione e soggettivamente le partenze di Martignoni, Mitrovic e Carrara sembrano mirate per quanto ad alcuni poco gradite. Sempre soggettivamente è invece spiaciuta la partenza di Marco Varga, ragazzo sempre in bilico tra la crescita e la delusione.
Infine il confronto di tutte quante con la neopromossa Sciaffusa. Squadra e società già all'altezza della categoria lo scorso anno. Un progetto stadio ridimensionato, ma in fase di realizzazione nel mirino. Maurizio Jacobacci a fare da garante. Una stagione tranquilla con licenza di illudere, tutta da costruire passo dopo passo. Con quella coppia d'attacco (Frontino e Rossini) già in goal nella prima amichevole. Con un insieme rodato da due campionati consecutivi di vertice. Con un pubblico caldo e numericamente congruo per spingere la squadra oltre le proprie possibilità. Goncalves e Thrier sono le prime scommesse: sicura la prima, a rischio la seconda. Forse troppo poco, ma di tempo ce n'è ancora.
Etichette: Challenge League, Opinioni e Interviste